venerdì 16 dicembre 2011

USCIAMO DALLA PAURA CON LA FORZA DELLA COMUNITÀ


C’è una strana puzza di bruciato a Troja. È l’odore acre di gomma, plastica e benzina che bruciano nei troppi roghi di automobili ai quali assistiamo esterrefatti da qualche tempo. È un odore che impregna le notti di questa città e non ci fa dormire. La comunità in questi giorni si interroga, cerca di comprenderne le cause e di individuarne gli autori e soprattutto si anima su ciò che bisogna fare per arginare il fenomeno. Di fronte a cose di questo tipo le prime parole che vengono in mente sono: controllo, sicurezza e repressione. Bisogna però preoccuparsi quando di queste parole si abusa e, soprattutto, quando si smette di credere nello Stato e si pensa di gestire controllo, sicurezza e repressione in modo autogestito con le “ronde”. Questo è ciò che fa la Lega nella sua follia secessionista antistato. Questo è ciò che fa chi crede nella “giustizia fai da te” che è la premessa culturale della mentalità mafiosa (se lo Stato non c’è, faccio da me). Certamente chi ha proposto cose simili a Troja non è né leghista né mafioso. Anzi! Chi lo ha fatto ha avuto la reazione naturale e comprensibile di chi vuole far qualcosa e non restare con le mani in mano. È la reazione positiva e genuina di chi vuole combattere l’omertà. Ma quel desiderio di impegnarsi per la comunità va orientato in una direzione diversa.

Compito della cittadinanza attiva, in momenti come questo, è innanzitutto quello di suonare il campanello d’allarme per chiedere a chi è deputato a garantire la sicurezza dei cittadini di fare qualcosa in più. Bisogna far comprendere che siamo in una situazione di emergenza per chiedere un surplus di impegno e di iniziativa. Normalmente, per esempio, un presidio notturno delle forze armate in un piccolo borgo come il nostro sarebbe forse un eccesso in termini di costi se commisurato al reale tasso di criminalità. Ma in una situazione di emergenza come questa forse potrebbe essere utile e necessario. Ed è per questo che noi di LèP chiediamo a gran voce a chi di competenza di attivarsi tempestivamente in questa direzione. E continueremo a farlo come stanno facendo tante altre forze politiche e sociali della nostra città in queste ore. A chi governa questa città chiediamo di porre in essere tutte le iniziative possibili volte a supportare l’attività di controllo delle forze dell’ordine. Ai cittadini tutti chiediamo infine di collaborare denunciando senza timore tutto ciò che possa aiutare le indagini.
Non è però con la sola repressione che si risolve il problema. Bisogna provare ad andare oltre e domandarsi da cosa nascono questi fenomeni per poterli eliminare alla radice. Il fatto che ci siano persone che nottetempo incendiano le automobili o che in generale delinquono, cosa che accade sempre più spesso in questo territorio, è una manifestazione di un disagio sociale profondo. E da cosa può nascere questo disagio? Nasce da ragioni molteplici: dal  drammatico aumento della disoccupazione e della precarietà, dall’impossibilità di immaginarsi un futuro per se e per la propria famiglia, dal consumo crescente di droghe pesanti che interessa ormai una fetta straordinariamente ampia della popolazione, dalla mancanza di luoghi sani di aggregazione  sociale. È triste quando in una città i centri giovanili (comunali e religiosi) non producono aggregazione, mentre nascono come i funghi luoghi dove si gioca d’azzardo e si scommette. È il sintomo di una comunità che fa difficoltà a pensare al proprio futuro, che resta “appesa al filo delle scommesse”, nella più triste precarietà esistenziale.

Di fronte ad un disagio sociale così ampio e diffuso, non si può pensare di agire solo quando il problema si manifesta così drammaticamente. Perché in queste situazioni non c’è telecamera che tenga e anche le forze dell’ordine da sole non bastano: c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Bisogna creare occupazione, sostenere e valorizzare i capaci e meritevoli, creare le condizioni perché tutti (tutti) possano costruirsi il proprio futuro lavorativo. Bisogna dar vita a luoghi e momenti di aggregazione sociale, nei quali i giovani e i cittadini tutti possano incontrarsi, conoscersi, innamorarsi, divertirsi e vivere in modo sano apprendendo i valori dell’onestà, della giustizia, della libertà e della legalità. Bisogna insomma prosciugare il mare del malessere sociale, delle tossicodipendenze, dell’omertà e della corruzione dove nuotano i pesci della criminalità. Bisogna, in altre parole, uscire dalla paura con la forza di una comunità che crede in se stessa e nei propri figli e si preoccupa del proprio avvenire. Questa comunità, la nostra, è in grado di farlo se, di fronte all’emergenza nella quale ci troviamo, riesce ad unirsi, a guardare oltre il proprio naso e a mettere le basi per sradicare il disagio in modo duraturo.

venerdì 9 dicembre 2011

Nasce "bLèPog" il blog di "Libertà Partecipazione"

Nasce "bLèPog", il blog del movimento politico "Libertà È Partecipazione" della Città di Troja.
Vuole essere uno strumento che permetta una maggiore diffusione e comunicazione delle attività portate avanti dal movimento e un luogo in cui si possa dialogare con tutti i cittadini.
Buona comunicazione!

P.S.: a breve saranno pubblicati tutti i volantini e manifesti realizzati da LèP in questo primo anno di attività.

lunedì 10 ottobre 2011

BASTA COL CEMENTO



Basta col cemento
Facciamo rivivere il centro storico e le periferie
Negli ultimi quindici anni in Italia sono stati cementificati 3 milioni e 663 mila ettari, un’area che equivale alla superficie di Lazio e Abruzzo assieme. Dalle parti nostre la speculazione edilizia ha raggiunto livelli assurdi: Foggia, per esempio, è la città italiana che ha il primato assoluto di superficie edificata: 633 m² di superfici artificiali pro capite.

Anche la nostra città è stata interessata da un processo di espansione edilizia senza precedenti: negli ultimi decenni la città ha più che raddoppiato la sua superficie e oggi gran parte della popolazione vive nella zona di espansione. Nel frattempo il centro storico si è gradualmente svuotato ed è stato abbandonato a se stesso.

Il processo di espansione edilizia, a Troja come altrove, non è stato accompagnato da una pianificazione urbanistica condivisa che contemplasse le esigenze della comunità. Si è badato soltanto ad investire sul mattone senza preoccuparsi della qualità della vita nei quartieri. Non si è pensato alle esigenze di una collettività che ha bisogno di spazi verdi, di spazi dove più piccoli possano giocare liberamente e i cittadini possano avere luoghi di incontro e di socialità.

Come se non bastasse, il processo non è ancora terminato. Si continua a costruire nonostante la città subisca una costante decrescita demografica. Nel frattempo quegli spazi che potevano diventare aree verdi scompaiono di fronte all’avanzata del cemento. A cosa servono queste case? A cosa serve continuare a costruire “consumando” il territorio?

Noi pensiamo che sia necessario interrompere questa cementificazione scellerata e puntare piuttosto alla riqualificazione del centro storico e delle aree periferiche. Ristrutturare gli edifici esistenti consentirebbe di tutelare le esigenze di chi lavora nell’indotto dell’edilizia e, al contempo, far rivivere il centro storico potrebbe essere un’opportunità per lo sviluppo turistico e, trasversalmente, un’opportunità per tutte le attività economiche della città.  

Altrove sono state anche le amministrazioni comunali a sollecitare questo tipo di interventi, disincentivando o addirittura impedendo la costruzione di nuovi edifici e incentivando piuttosto la riqualificazione dei centri storici e delle periferie. Anche secondo noi la strada da seguire è questa.

Movimento Politico          “Libertà è Partecipazione”

lunedì 4 luglio 2011

LA BUONA AMMINISTRAZIONE NON È UN'UTOPIA: ECCO L'ESEMPIO DEI "COMUNI VIRTUOSI"


È ormai parere diffuso che la politica e gli affari amministrativi sono terreni di guadagno e di speculazione personale o di pochi. Mai nessuno, invece, porta a conoscenza i molti casi di buona amministrazione e di buona politica di quei comuni che si battono per il risparmio energetico, per la riduzione dei rifiuti, per frenare la cementificazione e il consumo del suolo, per la raccolta differenziata e il riciclo, per sostenere il prodotto biologico e a KM Zero e per molte altre pratiche che rientrano nei principi della “decrescita felice”.  Ci sono comuni che hanno fatto di tutto questo la base per le proprie scelte amministrative che, oltre al rispetto di tutti questi valori, hanno portato a un benessere economico e sociale sia individuale sia collettivo. Si tratta dei cosiddetti “Comuni Virtuosi” (www.comunivirtuosi.org), comuni che sono riusciti a mettere in atto idee innovative ed eccellenti, tramite le quali stimolare nella cittadinanza scelte quotidiane sobrie e sostenibili.

Significativo ed esemplare è il caso del comune di Capannori (Lucca, 46mila abitanti) che mediante l’ottimizzazione di servizi, quali la raccolta differenziata, la riduzione dei rifiuti, la sistemazione delle fonti idriche è riuscito a risparmiare soldi che sono stati destinati al sociale, alla cultura, all’istruzione, al sostegno delle fasce più deboli della popolazione. Alcuni numeri che rendano meglio l’idea: dal 2005 è stata attivata la raccolta differenziata porta a porta che ad oggi arriva all’82%; è stato instituito un centro di raccolta di rifiuti che ha permesso di ridurre la quantità di rifiuti prodotta e la mole di rifiuti portati in discarica (che ha un costo), riuscendo a risparmiare nel 2010 circa 1.900.000€ con cui sono stati assunti 50 nuovi operatori. Inoltre mediante un sistema di raccolta punti, in base alla tipologia e alla quantità di prodotto riciclabile conferito dai cittadini, è possibile ricevere 20€ per ogni 500 punti.

Ma l’innovazione non è solo nella gestione dei rifiuti. Risistemando le fonti idriche del posto ci sono ora 15 fonti di acqua gratuita, buona e controllata. Quest’acqua è fornita anche agli asili e, nel giro di 3 anni, l’operazione ha prodotto una diminuzione di 100 mila bottiglie acquistate con un risparmio di circa 5.000 kg di plastica prodotta. E ancora, il piano case: grazie a finanziamenti regionali è stata incentivata la ristrutturazione degli immobili già presenti riducendo l’edificazione di nuovi alloggi con un minore impatto per l’ambiente. Per le case popolari realizzate sono state applicate i principi della bioarchitettura: case in legno a risparmio energetico, impianto solare e geotermico per produzione di acqua calda ed energia elettrica con notevole risparmio per le famiglie che ci abitano.

E infine, ma non meno importante, la “filiera corta”: è stato creato un negozio in cui è possibile acquistare 250 articoli “alla spina” (cioè privi di inutili imballaggi inquinanti) di generi alimentari prodotti nel raggio di 70km. Questo si trasforma in guadagno per i piccoli produttori della zona, guadagno per i clienti (cibi buoni e a poco prezzo) e guadagno per l’ambiente poiché tutto è venduto sfuso e senza imballaggi in plastica. I soldi risparmiati da queste attività sono stati reinvestiti nella spesa sociale che costituisce il 30% di ogni bilancio, attivando corsi d’italiano per stranieri e servizi di sostegno alla scuola pubblica a fronte dei tagli ministeriali. Prima di fare ciò sono state effettuate centinaia di assemblee cittadine per coinvolgere e formare la comunità realizzando la vera democrazia tramite la “PARTECIPAZIONE DAL BASSO”, rendendo i cittadini protagonisti di una rivoluzione.

Questo è uno degli esempi dei 48 “Comuni Virtuosi”. E a Troia? Da un anno è stata attivata la raccolta dei rifiuti porta a porta. I risultati si devono ancora ottenere e ci auspichiamo che nel prossimo futuro saranno degli stessi numeri di Capannori. Necessario è il contributo di tutta la cittadinanza, che deve comportasi civilmente evitando, per esempio, di gettare  rifiuti lungo i pendii.  Ma è necessario anche uno sforzo in più dell’amministrazione che deve formare la popolazione e deve pretendere il pieno rispetto del contratto con l’azienda appaltatrice. Edilizia: proliferano le nuove costruzioni e il centro storico resta disabitato. Forse è il caso di fermarsi con il cemento e dare contributi per la ristrutturazione e la riqualificazione del centro storico.  Di certo a Troia non possiamo lamentarci di non contribuire alla produzione di energia rinnovabile: siamo il primo comune d’Italia come mega impianto di energia eolica e ora si è in attesa di un altro mega impianto, quello fotovoltaico, con il quale saremo il primo comune installatore non in Italia, ma in Europa. Il guadagno che si ottiene, e che si otterrebbe ancora di più nel caso del fotovoltaico è straordinario, ma la modifica radicale del territorio? Il consumo del suolo? E poi: esiste un piano per l’utilizzo di quelle risorse? E infine, cosa ancor più importante: non sarebbe necessaria una consultazione popolare prima di prendere decisioni che coinvolgono l’intera cittadinanza e il territorio?  Noi crediamo di si, e siamo convinti che l’amministrazione abbia fatto e stia facendo un errore nel non coinvolgere la cittadinanza. Noi sogniamo e vorremmo realizzare una città che sia come Capannori e come tutti quei Comuni Virtuosi che utilizzano le proprie risorse per costruire un futuro più sostenibile.