Qualche anno fa, poco prima delle elezioni, il PD pubblicò un manifesto
sul rinvio a giudizio dei precedenti amministratori sottolineando la
gravità di quanto accaduto e impegnandosi a non candidare rinviati a
giudizio nella loro lista. Noi, che all'epoca eravamo alleati del PD,
chiedemmo di incontrarci e discuterne per scriverlo insieme ma alla
nostra richiesta di incontro dissero che non c'era tempo, che andava
fatto subito, avevano fretta. Oggi evidentemente non hanno più
fretta, anzi. Il rinviato a giudizio stavolta è il loro sindaco,
Leonardo Cavalieri, e d'improvviso il PD è diventato silenzioso. Niente
più manifesti, né tanto meno fretta di esprimersi in alcuna forma.
Insomma quando i rinviati a giudizio sono avversari, cavalcano l'onda e
diventano dei giustizieri. Quando sono i propri, diventano
improvvisamente muti. Questo è ciò che allontana la gente dalla
politica: l'ipocrisia insopportabile di chi doveva essere il cambiamento
e invece è identico al passato. Anzi, peggio. Noi, di fronte a questi
comportamenti, siamo felici di aver rotto quell'alleanza con il PD e di
non esserci candidati con loro. Oggi avremmo difficoltà a stare zitti e
muti come fanno tutti quelli che quattro anni fa sbraitavano di
giustizia. Auguriamo al sindaco di dimostrare la sua innocenza, se può.
Ma siamo ancora più convinti della nostra scelta di non aver nulla a che
fare con questa compagine amministrativa. Perché l'ipocrisia e la
politica di due pesi e due misure non ci piacevano allora e non ci
piacciono neppure adesso.
Movimento politico
Libertà è Partecipazione
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