martedì 3 giugno 2014

Lista FACCIAMO FIORIRE LA PRIMA VERA - Programma amministrativo elezioni comunali 2014



 



FACCIAMO FIORIRE LA PRIMA VERA
La nostra sfida per la città

PROGRAMMA AMMINISTRATIVO
Elezioni Comunali 2014
Città di Troia


UNA GRANDE SFIDA

Il programma che segue è una grande sfida. Non è una sfida solo per chi lo propone alla città, ma lo è per tutta la città. Lo è per le donne e gli uomini di Troia, per il suo tessuto sociale ed economico, per i giovani, per gli anziani, per gli immigrati, per le mamme e i padri, per gli occupati e i disoccupati. È una sfida che chiama in causa tutta la comunità. La sfida è quella di rendere questa città un modello di buona politica e di buona amministrazione e di farlo insieme, con la partecipazione di tutte e tutti. La sfida è quella di rendere Troia un “comune virtuoso” che sappia sperimentare le politiche pubbliche più eque, più innovative e più efficienti in campo ambientale, sociale, economico, culturale. La sfida è quella di una città che sappia anticipare il futuro facendo scelte coraggiose e lasciandosi alle spalle le pratiche peggiori della vecchia politica. La sfida è quella di di una città che non lasci nessuno indietro, che sappia tendere la mano a chi ha bisogno, che sia capace di accogliere, che non lasci soli i suoi anziani e non faccia più partire i suoi giovani.

UNA VISIONE COERENTE

Troppo a lungo l’amministrazione di questa città è stata determinata e condizionata da gruppi di interesse trasversali, uniti solo dal desiderio di conquistare il potere e conservarlo. Ciò che è mancato, più di ogni altra cosa, è stata una visione complessiva, è stata la capacità di immaginarsi questa città nel futuro, la capacità di fare scelte coerenti con alcuni valori e obiettivi di fondo. Questo è il rischio più grande delle formazioni eterogenee che mirano solo alla conquista del potere. La  nostra sfida ha questa grande ricchezza: la sua coerenza politica e programmatica. Questa coerenza l’abbiamo conquistata in questi anni di progetti culturali, di esperimenti di partecipazione democratica, di seminari sul lavoro e sulla creazione di opportunità per i giovani, di forum sulla gestione dei rifiuti, di confronti sul rilancio del centro storico e dei suoi beni culturali, di dibattiti sull’ambiente, sull’ecologia, sul turismo,  sul rilancio dell’agricoltura e dei suoi prodotti. La nostra è una sfida coerente perché ancorata al lavoro di questi anni. 
UNA SCELTA DI RINNOVAMENTO

L’altra grande ricchezza di questo progetto è quella di avere puntato tutto su una scelta di forte rinnovamento. Il rinnovamento non si può soltanto predicare, si deve praticare. Per troppi anni questa città ha visto continuamente gli stessi volti governare e ha visto gli stessi volti opporsi a chi governava. Complessivamente lo scenario politico troiano è rimasto fermo a vent’anni fa, se non di più. Noi abbiamo grande rispetto per chi si impegna da tanto tempo, soprattutto se lo fa con passione e onestà. Pochi purtroppo. Ma crediamo che in questo momento storico sia fondamentale fare spazio a volti ed esperienze nuove che provino a dare ossigeno ad una politica troppo spesso chiusa in se stessa e nei suoi meccanismi autoreferenziali. Per noi lanciare un progetto di rinnovamento vuol dire non soltanto coinvolgere tanti giovani e fare largo alle loro competenze, valorizzare le loro esperienze e dare fiato al loro entusiasmo. Per noi rinnovamento vuol dire anche coinvolgere gente esperta che ha competenze nei più diversi settori economici, sociali e culturali e può dare un contributo fondamentale al futuro di questa città.

PER UN CAMBIAMENTO PROFONDO

La nostra, dunque, è una sfida per il cambiamento. Di questa parola si abusa spesso in politica e il rischio è di renderla vuota e retorica se non la si declina in idee e proposte. Per noi cambiamento vuol dire alcune cose molto chiare. Vuol dire avere il coraggio di proporre un nuovo modello di sviluppo che si basi su una riconversione ecologica e sostenibile dell’economia. Per noi cambiamento vuol dire avere il coraggio di proporre un nuovo modello di democrazia che metta al centro la partecipazione e il protagonismo dei cittadini e non riduca la politica a mero dibattito tra gli eletti o, peggio ancora, a mero evento elettorale. Per noi cambiamento vuol dire mettere al centro i beni comuni, educare la città ad averne cura, rendere finalmente gli spazi comuni luoghi di aggregazione, di cultura, di socialità. Per noi cambiamento vuol dire avere a cuore la creazione di opportunità per tutti i cittadini e non solo per alcuni, vuol dire avere a cuore i diritti di tutti i cittadini e non solo di alcuni.  Per noi, infine, cambiamento vuol dire imparare a sentirci comunità e saper affrontare insieme le sfide che il futuro di pone dinanzi.

INSIEME. CON IL CONTRIBUTO DI TUTTI

La nostra, dunque, è una sfida che non si può percorrere da soli e non può limitarsi ad una scadenza elettorale. Non avrebbe senso e non produrrebbe alcun risultato. La nostra vera sfida, infatti, è quella di lavorare insieme ai cittadini per cambiare collettivamente questa città con il contributo di tutti. Per questo, il programma amministrativo non può che essere un punto di partenza. Non non vogliamo proporre un programma chiuso e impacchettato, da prendere o lasciare. Vogliamo invece impegnarci a continuare insieme, a partire da qui, un programma che sia un continuo lavoro collettivo verso il cambiamento.

Se si sogna da soli è solo un sogno. Se si sogna insieme è una realtà che comincia. 


PARTE I – LE SCELTE ETICHE

L’ONESTÀ PRIMA DI TUTTO

La poltica in questi anni ha prodotto spesso ingiustizie e ha creato spesso disuguaglianze tra i cittadini. La gestione spesso “opaca” del potere, in cui privilegi e raccomandazioni favoriscono alcuni e sfavoriscono altri, ha creato un enorme danno sul piano culturale oltre che sulla pelle di chi ha subito disparità e altre forme di ingiustizia. Il danno culturale sta nel fatto che oggi è opinione comune che o si è “protetti” da qualche potente impegnato in politica oppure non si può lavorare, o si è “sponsorizzati” da qualcuno che amministra la cosa pubblica oppure, se non si hanno protettori, si può anche andar via. E, infatti, molti vanno via. Chissà quanti straordinari talenti abbiamo perso in questo paese perché privi di sponsor e protettori. Chissà quanto straordinari talenti abbiamo perso perché ripugnati dall’idea di dover scambiare la propria libertà di voto con un lavoro, con un incarico, con una piccola opportunità. Ecco, questo per noi non deve più accadere. Dobbiamo dotarci di tutti gli strumenti possibili per fare in modo che questo non accada più, per fare in modo che le leggi non soltanto siano rispettate da chi amministra la cosa pubblica, ma non siano eluse, non siano aggirate. Abbiamo alcuni strumenti per farlo, dobbiamo metterli subito in campo per ripare al danno culturale di questi anni.

UN CODICE ETICO PER CHI AMMINISTRA

Per frenare le degenerazioni del sistema clientelare vogliamo innanzitutto proporre con urgenza l’adozione di un Codice Etico di condotta degli amministratori che impedisca comportamenti scorretti sul piano morale, argini le pratiche clientelari, valorizzi i più capaci e meritevoli e impegni gli amministratori alla massima eticità e trasparenza personale. Vogliamo che il codice etico del Comune di Troia si basi sulla Carta di Pisa, adottata da tutta la rete di “Avviso Pubblico”, la rete nazionale degli Enti Locali contro le mafie. La 'Carta di Pisa' sarà adottata con una delibera di consiglio e impegnerà l’intero consiglio comunale a comportamenti etici sulla trasparenza personale e patrimoniale, sulla gestione dei conflitti di interessi, sul finanziamento dell'attività pubblica, sui rapporti con le società appaltatrici del comune, sulle nomine in enti e società pubbliche, sui rapporti con l'autorità giudiziaria e sui rapporti con i mezzi di comunicazione prevedendo tra l'altro anche sanzioni per eventuali inadempimento, dal richiamo formale alla censura pubblica, fino alla revoca della nomina o del rapporto fiduciario, alle dimissioni.

UNA GRANDE OPERAZIONE DI EDUCAZIONE CIVICA

Non c’é nessun cambiamento reale che non passi attraverso un mutamento di mentalitá, attraverso una grande operazione culturale. Certo, non é facile ed é una cosa che richiede molto tempo. Tuttavia, da qualche parte bisogna partire. Dobbiamo (ri)educare noi stessi, i cittadini, al rispetto della cosa pubblca e al valore del vivere in comunitá. Con il Codice Etico e la Carta di Pisa vogliamo adottare scelte chiare in questa direzione. Ma non vogliamo limitarci a questo, non basta. La lotta alla corruzione e a tutti i comportamenti illegali deve partire dalla radice, dall’educazione. In questo senso il ruolo delle scuole e delle altre agenzie formative come le parrocchie, i centri di aggregazione socio-culturale, le associazioni e le famiglie è un ruolo fondamentale: quelli devono essere cantieri permanenti di educazione al senso civico. Per questo l’amministrazione comunale aderirà alla rete “Avviso Pubblico” e con essa, in sinergia con altre associazioni come Libera e raccordandosi con le diverse istituzioni educative, si impegnerà a farsi in prima persona portavoce di questi temi verso gli studenti e i cittadini tutti con campagne di sensibilizzione ad hoc. Una grande operazione di educazione civile è imprescindibile se vogliamo iniziare a seminare il seme dell’onestà e fare in modo che le prossime generazioni vivano l’onestà e la correttezza come obblighi morali.

LA TRASPARENZA COME SCELTA

Spesso le ingiustizie e le disuguaglianze prodotte da chi gestisce il potere sono figlie di un sistema malato che sfrutta l’opacità della macchina amministrativa e la disinformazione dei cittadini. Spese inutili, impegni economici non necessari e incarichi discutibili ad amici e parenti si infilano nei meandri della macchina amministrativa quando non c’è trasparenza o quando la trasparenza e la comprensibilità degli atti è insufficiente. Per questo per rompere questo sistema malato bisogna partire dal garantire la massima trasparenza. Puntare sulla trasparenza vuol dire togliere l’acqua dove nuotano i pesci. Oggi la trasparenza degli atti è imposta da leggi che non sempre sono rispettate in pieno. Partire dal rispetto delle leggi sulla trasparenza amministrativa è perciò il primo gesto concreto che ci proproniamo. Gli atti, i bilanci, le delibere, le relazioni, le assunzioni, gli incarichi e tutti i documenti politici e quelli contabili relativi all’attivitá amministrativa devono essere trasparenti ed accessibili per via telematica (e non) a tutti i cittadini. Solo attraverso un sistema chiaro, trasparente e intelleggibile di controllo pubblico sará possibile ridurre sprechi, favori e privilegi.

IL BILANCIO SOCIALE: RENDER CONTO AI CITTADINI

La prima trasparenza si realizza se si accetta fino in fondo di fare in modo che il funzionamento della macchina amministrativa sia effettivamente e sostanzialmente comprensibile a tutti i cittadini. Senza comprensibilità, la trasparenza non serve a nulla. Se tutto è trasparente ma resta incomprensibile, non serve a nulla. Per questa ragione è fondamentale produrre ogni anno un “bilancio sociale” che traduca in modo semplice ma al tempo stesso preciso e corretto, tutte le scelte adottate dall’amminitrazione comunale e i relativi costi. C’è stata negli anni scorsi una breve esperienza di Bilancio Sociale di mandato. Quella è una pratica che non andava abbandonata ma va invece ripresa, replicata e moltiplicata. Noi proponiamo un “Bilancio Sociale Annuale” che metta tutti i cittadini nelle condizioni di sapere, anno per anno, tutto ciò che ha fatto l’amminsitrazione, con dati, cifre e tempi. Il Bilancio Sociale Annuale deve essere una sorta di breve e comprensibile resoconto sull’attività amministrativa. La cosiddetta “accountability”, cioè il dovere ddi “rendere conto” ai cittadini di ciò che si fa con il denaro pubblico è un preciso dovere dal quale non vogliamo esimerci.

PERSEGUIRE CHI NON RISPETTA LE LEGGI

Sembrerà una banalità ma la legge si fa rispettare solo se la si applica fino in fondo e se si punisce chi non la rispetta. Troppe volte abbiamo visto atteggiamenti silenziosi e compiacenti verso chi non rispetta le leggi. Bisogna invece perseguire i furbi, i disonesti e tutti coloro che, spesso sfacciatamente, infangono le leggi.  L’evasione fiscale e contributiva, cosí come gli articolati sistemi di “elusione” delle tasse, spesso ai limiti della legalitá, sono all’ordine del giorno nelle nostre terre. Il mancato rispetto del codice della strada è spessissimo all’ordine del giorno. Atti di vandalismo e altre forme di mancanza di rispetto verso la cosa pubblica e verso la libertà altrui, sono spesso all’ordine del giorno. Bisogna combattere queste pratiche sistematicamente aumentando i controlli, punendo chi non rispetta le leggi in modo rigoroso e dando l’esempio attraverso un atteggiamento integerrimo che deve cominciare dagli stessi amministratori.



PARTE II – IL LAVORO


CREARE OPPORTUNITÀ PER I GIOVANI

Uno dei grandi drammi di queste terre, da tempo, è il fatto di essere abbandonate da chi le vive, spesso e soprattutto dai giovani. È un dramma che di questi tempi coinvolge l’intero paese. Non si tratta solo di “fuga di cervelli”, non è soltanto la gente qualificata che va via. Si tratta anche di tante persone che semplicemente non riescono a sbarcare il lunario e sono costrette a fare le valige e partire per cercare migliori condizioni altrove. Come facevano i nostri nonni: sono le nuove emigrazioni. Noi vogliamo frenare questo drammatico fenomeno e dare a tutti l’opportunità di costruirsi il proprio futuro in questa terra. Non è facile, la crisi è più grande delle possibilità di un piccolo comune. Ma vogliamo provarci mettendo in campo tutti gli strumenti in nostro possesso e liberando il lavoro dal peso asfissiante dei privilegi clientelari.

UN BANDO PER SOSTENERE LE MICROIMPRESE

Molti giovani hanno idee geniali ma non hanno mezzi per realizzarle. Le banche oggi concedono finanziamenti solo a chi è già nelle condizioni di offrire garanzie. Se però hai una buona idea e non hai risorse per realizzarla, sei tagliato fuori. Potrai essere anche un genio, ma resterai tagliato fuori. Per questo noi proponiamo di attivare un bando comunale che finanzi ogni anno l’avviamento di alcune giovani imprese che intendono operare nel territorio comunale. Il modello che vogliamo adottare è quello dei “Principi Attivi” sperimentato con successo in questi anni dalla Regione Puglia. Vogliamo sperimentarlo anche noi a livello comunale concedendo piccoli finanzialmenti per dare una spinta iniziale e un incoraggiamento a chi vuol fare impresa in questa città, Vogliamo farlo premiando soprattutto chi vuol fare imprese che puntino sull’innovazione di processo e di prodotto, imprese che puntino sulla riconversione ecologica dell’economia e sulla sostenibilità, imprese che puntino sul rilancio turistico o imprese sociali. Vogliamo integrare questo sforzo promuovedo anche esperimenti di microcredito con banche interessate a sostenere lo sforzo nella medesima direzione.

SOSTENERE LE ATTIVITÀ ESISTENTI

I primi creatori di lavoro in una comunità sono senza dubbio le attività esistenti. È dal rafforzamento di queste che bisogna partire per mantenere i posti di lavoro già in essere e crearne di nuovi. Per sostenere le attività esistenti bisogna innanzitutto valorizzarle, promuoverle, aiutarle a mettersi in rete e incentivare i cittadini a consumare prodotti e servizi innanzitutto presso le attività del luogo. Le imprese locali sono il cuore della comunità, sono ciò che rende una comunità viva e dinamica. Se non le sosteniamo, rischiamo di trovarci in breve tempo in una comunità spenta, priva opportunità di lavoro che si riduce ad essere un dormitorio di gente costretta a lavorare altrove. Pertanto, al fine di difendere le attività esistenti  e sostenerle, vogliamo:

  • Risolvere i problemi strutturali dell’area PIP: l’allaccio della fogna, i servizi telefonici e internet e altre urgenze al fine di agevolare chi ha fatto investimenti, chi li sta facendo e chi pontenzialmente potrebbe farli.
  • Attivare uno servizio di consulenza sulle procedure di finanziamento relative a bandi regionali, nazionali ed europei a sostegno delle imprese
  • Garantire maggiore sicurezza contro furti e rapine alle attività commerciali attraverso un uso più efficace dei sistemi di video-sorveglianza
  • Mappare la rete delle attività commerciali, professionali, artigianali e produttive della città e promuoverle verso i residenti e i visitatori
  • Indicare la rete delle attività d’impresa con una segnaletica coerente, d’impatto e funzionale per sollecitare l’interesse dei visitatori
  • Incentivare flussi turistici per sostenere le attività commerciali

RIPENSARE IL CENTRO PER L’IMPIEGO

Il centro per l’impiego oggi è prevalentemente considerato come uno spazio dove sbrigare pratiche burocratiche. Il lavoro, ormai, passa prevalentemente attraverso altri canali. Noi proponiamo di potenziare e migliorare i servizi del centro per l’impiego, rendendolo un centro di intersezione dei vari servizi di ricerca lavoro oggi esistenti, dei servizi di informazione e orientamento al lavoro e, soprattutto, dotandolo di una funzione specificamete dedicata ai bandi e ai finanziamenti pubblici. Esistono oggi molte opportunità di lavorare o di crearsi un lavoro grazie a bandi e a varie altre iniziative pubbliche e private. Conoscerle, avere a disposizione figure che siano in grado di orientare e sostenere il cittadino in cerca di opportunità deve essere una delle funzioni principali dell’amministrazione pubblica.

REGOLAMENTARE L’AFFIDAMENTO DEI LAVORI

Una delle principali preoccupazioni di chi amministra la cosa pubblica in modo “opaco” è la gestione dei vari incarichi lavorativi che ogni amministrazione pubblica ha il potere commissionare. Spesso è quello il tema sul quale si concentra l’attenzione di chi amministra perché è grazie a quel sistema che il potere perpetua se stesso, è grazie a quel sistema che i politici creano i loro bacini di consenso. In modo illegittimo, s’intende. Proponiamo, per questo, che l’affidamento dei lavori pubblici e degli incarichi senza bando sia regolamentato, che non ci siano ampie discrezionalità nell’affidamento degli incarichi e che tutti abbiano la possibilità di lavorare e di partecipare a pari condizioni alle commissioni pubbliche. Vogliamo fare in modo, ove possibile, che le commissioni pubbliche siano affidate seguendo criteri di turnazione, ferma restando la necessità di comportamenti seri e corretti e di costi congrui da parte dei fornitori di prodotti e servizi. 

LOTTARE CONTRO IL DISAGIO SOCIALE E LA POVERTÀ

Sempre più concittadini vivono in una condizione di precarietà, di disagio sociale e perfino di povertà e miseria. L’impoverimento progressivo dei ceti medi è un fenomeno ormai inarrestabile e coinvolge un segmento sempre più vasto della popolazione. Noi vogliamo provare a mettere in campo alcuni strumenti per arginare il disagio sociale. Proponiamo l’assunzione a turno di soggetti svantaggiati in raccordo con i servizi sociali per i piccoli lavori di routine. Vogliamo attivare una Banca del Tempo per consentire a tutti, soprattutto a chi è in condizione di disagio, di offrire la propria risorsa principale, il tempo e il lavoro, come strumento di una economia di scambio non monetaria. Vogliamo organizzare orti sociali e “centri di autoproduzione” per dare a tutti la possibilità di autoprodursi i beni essenziali. Vogliamo organizzare centri della riparazione, del riuso e dello scambio degli oggetti usati per risolvere contestualmente un problema sociale e uno ambientale. Vogliamo, infine, lottare contro lo sfruttamento e contro il lavoro nero ancora assai presenti, attraverso il controllo e il monitoraggio del territorio.



PARTE III – LA CITTÀ

FERMARE LA CEMENTIFICAZIONE

Negli ultimi quindici anni in Italia sono stati cementificati 3 milioni e 663 mila ettari, un’area che equivale alla superficie di Lazio e Abruzzo assieme. La Capitanata è stata particolarmente devastata da questo fenomeno: Foggia  é la cittá italiana che ha il primato assoluto di superficie edificata: 633 m² di superfici artificiali pro capite. Una vera vergogna italiana. Anche a Troia la città ha più che raddoppiato la sua estensione per via delle nuove costruzioni edificate negli ultmi sessant’anni. La città ha raddoppiato la sua dimensione mentre la popolazione si è dimezzata. Oggi esiste una disponibilità di immobili che è quasi il doppio dei nuclei familiari esistenti. Insomma, non c’è più bisogno di costruire. È necessario interrompere questa cementificazione scellerata, è necessario interrompere il consumo di suolo e puntare piuttosto alla riqualificazione degli immobili esistenti. Per questo noi vogliamo adottare il modello di comuni come Desio o Cassinetta di Lugagnano che hanno scelto di adottare la filosofia “cemento zero”.

RIQUALIFICARE CENTRO E PERIFERIE: UN’OPPORTUNITÀ ANCHE PER L’EDILIZIA

In questi anni a Troia si è creata una grande periferia-dormitorio lì dove un tempo c’erano grandi uliveti. Nel contempo il centro storico è stato largamente abbandonato e oggi alcune stradine del centro sono pressochè vuote. Il comparto dell’edilizia dunque ha una grande opportunità davanti. Finita l’epoca dell’enorme, quanto innaturale, bolla delle costruzioni che ha inondato il territorio di cemento, ora può iniziare una nuova fase, quella del recupero e delle ristrutturazioni. Noi intendiamo sostenere la riqualificazione del centro storico e delle zone degradate attraverso incentivi alle ristrutturazione degli immobili e iniziative per la valorizzazione socio-culturale di quelle zone.  Vogliamo promuovere un censimento dei vani sfitti e capire quanti e quali siano gli immobili da recuperare e salvaguardare, tanto nel centro storico quanto nelle periferie. E lì che il comparto dell’edilizia può trovare nuovo ossigeno. Vogliamo poi promuovere delle iniziative per aumentare la vivibilità di questi spazi: promuovere attività culturali e di aggregazione sociale in modo diffuso in tutto il centro storico, e non solo nelle solite piazze, ma anche nelle zone periferiche della città. Infine, per garantire una casa anche alle fasce piú deboli, l’amministazione intennde perseguire l’obiettivo di realizzare dei piani di edilizia sociale incentrati sul principio del recupero e dell’autorecupero delle costruzioni degradate.

INCREMENTARE IL VERDE PUBBLICO

La nostra città è circondata dal verde ma ha pochi spazi verdi fruibili e attrezzati, quasi tutti di dimensioni molto ridotte. Il nostro obiettivo è quello di recuperare le aree verdi abbandonate come l’area di Via Verdi, riqualificare le tante “macchie verdi” lungo i pendii, attrezzare le aree verdi nella nuova zona di costruzione e migliorarne la fruibilità. Per farlo, però, avremo però bisogno anche del contributo di tutti tutti i cittadini ai quali proporremo di attivare orti e giardini urbani e di prendersi cora di piccole aree verdi comunali sul modello di quanto già in parte avviene nella zona di espansione. Anche al tessuto economico della città vogliamo proporre la gestione di piccole aree verdi, di rotonde e aiuole pubbliche in cambio di promozione. Vogliamo poi impegnarci a scegliere rifacimenti "a verde" delle piazze ovunque ciò sia possibile e compatibile con il contesto. Nelle zone verdi vogliamo dedicare delle piccole aree recintate per i cani. Infine vogliamo sostenere politiche di incentivazione alla piantumazione di alberi, anche piantando un albero in ricorrenza di eventi come le nascite dei bambini. Un albero per ogni nato, così che ogni cittadini abbiamo sempre “radici” saldamente piantante in questa terra e in città.

SISTEMARE I PENDII

I pendii che circondano Troia come un anello sono da tempo immemrabile ricettacolo di immondizie luoghi di degrado e abbandono. Per noi non devono esserlo più. Noi pensiamo che i pendii siano una risorsa, sono uno straordinario anello verde da recuperare e riqualificare. Lo si può fare a partire dalle piccole cose, dai piccoli interventi, a partire dalla semplice pulizia per finire con piccole e progressive opere di rimboschimento e di infrastrutturazione leggera che rendano in prospettiva fruibile l'intero anello. Insomma noi vogliamo fare in modo che nei prossimi anni l’amministrazione consenta a tutti i cittadini di fruire dei pendii, impegnandosi per attrezzarli in modo da consentire attività all’aria aperta, jogging e pic-nic. I pendii possono diventare una importante risorsa per la città. Riqualificarli e eliminare quel degrado può rendere più bella tutta la città.

ADEGUARE IL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE

Abbiamo un piano di protezione civile inadeguato e un predisposto un po’ superficialmente. Per questo abbiamo intenzione di adeguare il nostro piano comunale di protezione civile, di dotare la città di "centri di raccolta" adeguati, indispensabili in caso di calamità, di risolvere problemi di ordine pubblico legati ai mercati rionali e alle giostre nel centro storico, oggi problematici sul piano della sicurezza. Abbiamo la necessità di predisporre uno spazio ad hoc nella zona PIP per gestire eventuali emergenze, spazio che potrebbe essere usato anche per grandi eventi. Dobbiamo infine rimuovere le possibili cause di pericolo legate alla viabilità cittadina sostituendo gli ostacoli fissi che oggi blindano il centro storico (pali, catene e lucchetti, folli sul piano della sicurezza) con videocamere predisposte per multare chi non rispetta le regole.

PARTE IV – L’EFFICIENZA

MONITORARE I SERVIZI E OTTIMIZZARLI

Spesso quando si parla di efficienza in riferiemento alla macchina amministrativa sembra di parlare di concetti astratti e un po’ strani da gestire. Invece basterebbe poco. Sarebbe sufficiente abituarsi a monitorare i servizi per capire dove sono gli sprechi e le spese inutili e migliorare l’efficienze e l’efficacia dei servizi stessi. È proprio nel sottobosco dell’amministrazione che spesso cresce lo sperpero, mascherato nelle maglie dell’ordinaria amministrazione. È lí che bisogna indagare e lottare per ridurre gli sprechi. I servizi vanno monitorati costantemente, vanno valutati come si fa in tutto il mondo, anche attraverso i feedback dei cittadini-utenti. Cosí i servizi che non funzionano e/o quelli inutili possono essere cambiati, integrati o soppressi. Vogliamo, insomma, riorganizzare e ottimizzare tutti i servizi e uffici pubblici attraverso valutazioni e segnalazioni dei cittadini.

UNA CITTÀ ED EMISSIONI ZERO

Le energie rinnovabili sono non soltanto una importante occasione di sviluppo e un’ottimo investimento economico, ma sono soprattutto una scelta di futuro: si tratta infatti di optare per un futuro senza centrali nucleari e senza idrocarburi. In questi anni però l’amministrazine comunale ha puntato più sull’aprire le porte ai mega-parchi eolici e fotovoltaici, che hanno avuto un pesante impatto sul territorio, anziché concentrarsi sul piccolo rinnovabile diffuso a partire proprio dagli edifici pubblici. Abbiamo scuole ed edifici pubblici energeticamente inefficienti e strutturalmente insicuri e una illuminazione pubblica antiquata e costosa. Per limitare l’impatto ambientale degli edifici pubblici e di tutte le infrastrutture pubbliche vogliamo che esse siano autosufficienti sul piano energetico e a basso impatto ecologico. Vogliamo pertanto dotare progressivamente di impianti fotovoltaici per l’autoconsumo i tetti degli edifici pubblici, vogliamo promuovere una sostituzione graduale dell’illuminazione pubblica con impianti autoalimentati a basso consumo energetico, vogliamo sostenere le ristrutturazioni in bioedilizia ad “emissioni zero” e vogliamo promuovere il piccolo rinnovabile diffuso nella campagne per incentivare l’autoconsumo. 

INFORMATIZZARE E SBUROCRATIZZARE

Ormai buona parte delle pratiche burocratiche si possono istruire e seguire direttamente on line, riducento tempi di attesa ed evitando inutili anticamere. Vogliamo per questo promuovere una informatizzazione serrata dell’attività amministrativa e la più ampia sburocratizzazione possibile delle procedure attraverso l’attivazione di servizi on-line. L’amministrazione puó, inoltre, tagliare le spese telefoniche e quelle per le licenze software grazie all’uso di sistemi Voip e all’uso di programmi open source. Tali strumenti consentono di telefonare quasi a costo zero via internet e di utilizzare software con licenze gratuite. Perció proponiamo che tutti gli uffici adottino strumenti voip e software open source per tagliare gli sprechi. Inoltre proponiamo che l’accesso ad internet sia universalmente gratuito grazie ad un sistema Wi-Max pubblico in modo da  da consentire al Comune e ai cittadini di risparmiare sulle spese di telefono e internet. 

RIDURRE LE SPESE INUTILI PER RIDISTRIBUIRE RICCHEZZA

Molte spese pubbliche sono evitabili se si adottano alcuni accorgimenti e se si fanno alcune scelte coraggiose e innovative. Alcune azioni concrete per ridurre gli sprechi e le spese inutili e ridistribuire un po’ di ricchezza ai cittadini sono:

  • Ridurre i costi della politica. Le giunte, i consigli e le commissioni devono svolgersi in giorni ed orari non lavorativi per assessori e consiglieri in modo da evitare i costosi rimborsi che spettano alle organizzazioni per le quali gli amministratori lavorano.
  • Tagliare le consulenze esterne. Gli incarichi a terzi devono essere estremamente limitati e non devono essere uno strumento per creare consenso elettorale.
  • Eliminare i possibili contenziosi a danno del Comune. Se miglioriamo i servizi e le infrastrutture, impediamo che le casse comunali siano il salvadanaio di chi deve essere risarcito.
  • Promuovere l’adozione dei cani del canile in cambio di una riduzione della tariffa sui rifiuti. Ogni cane costa all’anno circa 1000 € alle case comunali (il canile complessivamente costa quasi 200.000 € all’anno). Incentivare l’adozione dei cani, anche in cambio della riduzione di una tassa, può essere vantaggioso per le casse comunali.

Le risorse  risparmiate con le misure sopra indicate possono essere utili per alleggerire la tassazione che grava sui cittadini. Se cominciamo da quella che interessa le attività produttive, possiamo mettere molti lavoratori nelle condizioni di affrontare più facilmente la crisi. Con quelle risorse possiamo e dobbiamo premiare i comportamenti virtuosi dei cittadini e sostenere le famiglie in difficoltà.



PARTE V – LA MOBILITÀ SOSTENIBILE


SERVIZI INTEGRATI PER UN PAESE A MOBILITÀ SOSTENIBILE

Troia può essere tranquillamente un paese “pedonale” con più pedoni e un uso limitato delle automobili private. È un paese piccolo e può essere percorso a piedi o in bicicletta. Bisogna però mettere i cittadini nelle condizioni di poterlo vivere come tale. Per questo intendiamo, innanzitutto, riqualificare marciapiedi sempre più dissestati, ampliarli, dotarli di panchine. Bisogna inoltre completare e rendere praticabile una pista ciclabile rimasta a metà e, di fatto, non fruibile per via dei parcheggi. Infine intendiamo attivare un sistema di “Pedibus”, ovvero un sistema per l’accompagnamento a piedi dei bambini da casa a scuola e viceversa, come già sperimentato in molte città italiane ed europee. Il “Pedibus” ha l’obiettivo promuovere quanto più possibile l’idea di un “paese pedonale” che è percorribile in lungo e in largo a piedi. Sarà un esperimento (ad adesione volontaria) da attivare con l’obiettivo di rendere un servizio all’ambiente ma anche al benessere fisico dei bambini.

RENDERE IL CENTRO STORICO DAVVERO PEDONALE

Il centro storico è già oggi parzialmente un’isola pedonale. Lo è parzialmente sia perché l’isola pedonale non riguarda l’intero centro storico, sia perchè non lo è in modo permanente. Il problema è che l’isola pedonale, pur essendo parziale e non permanente, non funziona. Il centro è costantemente attraversato da automobili indipendentemente dai giorni e dagli orari di isola pedonale. E, ciò che è più vergognoso, è che i nostri principali monumenti sono spesso assediati da decine di autonomibili che li circondano e ne impediscono la piena fruizione. Per questo noi vogliamo rendere più efficiente l’isola pedonale nel centro storico attraverso i moderni sistemi di monitoraggio-video in grado di multare eventuali trasgressori come avviene di norma all’ingresso delle zone ZTL in tutte le principali città. Vogliamo pertanto rimuovere ostacoli fissi che possono rivelarsi pericolosissimi in caso di emergenze. Infine intendiamo sperimentare l’isola pedonale nel centro storico anche per periodi più lunghi e di renderla in prospettiva permanente, ferma restando la possibilità di attraversamento per residenti e per gli esercenti. 


POTENZIARE IL TRASPORTO PUBBLICO

La scelta del trasporto pubblico locale gratuito è una scelta giusta e va confermata e potenziata. Il trasporto pubblico contribuisce a migliorare la qualitá dell’aria e a decongestionare la cittá e per questo vogliamo incrementarlo e integrarlo con altri servizi. Intendiamo innanzitutto perseguire l’obiettivo di una raddoppio delle corse e l’adozione di mezzi elettrici per il trasporto urbano e scolastico. Il trasporto pubblico può inoltre integrarsi con sistemi bike-sharing (condivisione di biciclette pubbliche) con un parco di bici a pedalata assistita. Può integrarsi con la sperimentazione di un piccolo servizio di car-sharing (condivisione di automobili pubbliche) per chi ha bisogno molto raramente dell’automobile e per brevi tratti. Vogliamo infine promuovere un sistema di “car-pooling” per gli spostamenti extraurbani sulla direttrice Troia-Foggia in modo da consentire ai pendolari che si spostano in macchina di risparmiare denaro e ridurre l’inquinamento.

MANUTENERE LA VIABILITÀ IN MODO ORDINARIO

La viabilità ordinaria del paese è sempre piuttosto malridotta nonostante le rare risistemazioni del manto stradale nelle principali vie cittadine. Noi intendiamo impegnarci a monitorare lo stato delle strade lungo tutto il corso del mandato elettorale e a provvedere tempestivamente alla manutenzione ordinaria anche per evitare costose spese di risarcimento danni.

Allo stesso fine intendiamo ripristinare alcune vie di collegamento del paese alla campagna in modo da limitare il più possibile l’attraversamento dei mezzi agricoli pesanti e, per la stessa ragione, valuteremo direttamente con gli operatori del settore, la possibilità di istituire un sistema di “park and ride” dei mezzi agricoli ovvero una o più autorimesse comuni di mezzi agricoli poste fuori dalla città per il ricovero degli attrezzi di chi non vive in campagna e non è proprietario di garage in città.

Intendiamo inoltre migliorare la cartellonistica stradale e la segnaletica vertificale, rendendola coerente e plurilingue, ci impegniamo a sostituire progressivamente la segnaletica orizzontale dipinta con una segnaletica orizzontale ecologica, fatta con materiali permanenti, in modo da non dover provvedere al rifacimento della segnaletica periodicamente.

Vogliamo inoltre assicurare l’attivazione di dissuasori di velocità, un controllo più rigido del traffico cittadino e le multe per chi non rispetta il codice della strada. Infine intendiamo monitorarie seriamente le barriere architettoniche presenti in città e perseguire il progressivo abbattimento delle stesse.



PARTE VI – LA CULTURA E IL TURISMO


RILANCIARE IL TURISMO IN RETE CON IL TERRITORIO

In questi anni i flussi turistici a Troia sono pressochè raddoppiati. Complici di questo fenomeno sono stati sia alcuni progetti di rilancio turistico ben riusciti, sia un trend generale che sta puntando sulla Puglia e sui Monti Dauni. Noi in questo trend dobbiamo inserirci e coglierne al volo tutte le opportunità puntanto tutto sulle sinergie, sulle reti, sulle collaborazioni con il resto del territorio. L’idea che una piccola comunità possa puntare da sola a conquistare mercati turistici, l’idea dell’autosufficienza turistico-culturale di una città come Troia è una follia. Se vogliamo far crescere il turismo in questa città dobbiamo sostenere progetti ed iniziative che innalzino la qualità dell’offerta culturale e incentivino il flusso turistico in tutto il territorio. Ed è questo ciò che intendiamo fare. Vogliamo promuovere l’attivazione di servizi turistico - culturali di alto profilo e l’inserimento della città di Troia nei circuiti nazionali ed internazionali di qualità turistica, in linea con quanto fatto da altri borghi dei Monti Dauni.

FORNIRE SERVIZI TURISTICI DI QUALITÀ

Per Troia essere in grado di fornire servizi turistici di qualità vuol dire mettersi nelle condizioni di diventare un meta turistica di prima grandezza. Già oggi, la sua posizione di “Porta dei Monti Dauni” e di “Porta d’ingresso della Via Francigena” in Puglia la rendono un meta irrinunciabile per chi voglia scoprire questo territorio. Dotarsi di servizi di qualità vuol dire non soltanto creare alcune opportunità di lavoro ma anche rafforzare questo ruolo centrale nel territorio e mettersi nelle condizioni di ricevere le certificazioni di qualità a lungo attese (come la Bandiera Arancione). Per promuovere una maggiore fruibilità del centro storico e del suo patrimonio, noi intendiamo:

  • Regolamentare e professionalizzare i servizi del Camper Service
  • Assicurare l’apertura e la pulizia dei bagni pubblici
  • Garantire un servizio di informazione turistiche plurilingue
  • Attivare una card di accesso ai musei e agli altri servizi turistici
  • Assicurare alcune postazioni fisse di accesso ad internet
  • Rinnovare la cartellonistica rendendola coerente e plurilingue
  • Fornire ai visitatori una mappa della attività commerciali e ricettive
  • Riorganizzare il sito web della città per garantire un'accoglienza più efficace
  • Organizzare periodicamente una tavola rotonda di programmazione culturale e turistica che coinvolga direttamente gli operatori del settore


SOSTENERE IL TESSUTO CULTURALE E ASSOCIATIVO

La città di Troia ha la grandissima fortuna di avere un tessuto associativo culturale di grande spessore che è in continuo fermento da anni. La città conta diverse compagnie teatrali attivissime, alcune associazioni giovanili, numerose associazioni che si occupano di arte, cultura, musica e promozione turistica, molte realtà che organizzano eventi. Noi riteniamo che si debbano favorire le attività culturali di animazione territoriale sostenendo gli eventi grandi e piccoli e promuovendoli. Bisogna inoltre garantire al tessuto culturale e associativo la piena fruizione degli immobili comunali adatti agli scopi e avviare una programmazione e una regolamentazione collettiva dei fondi destinati alle attività culturali. Bisogna, infine, regolamentare l’uso delle piazze e degli spazi pubblici, definire tempi e limiti nell’uso delle piazze stesse per evitare abusi e consentire la piena vivibilità ai residenti, garantire la sicurezza degli eventi culturali, evitare che a ridosso dei nostri principali gioielli artistici, come la Cattedrale, si tengano manfestazioni che legono il decoro di quegli spazi e mettono a rischio l’integrità dei monumenti. Bisogna, in altre parole, conciliare gli eventi culturali con il rispetto dei luoghi e di chi vi risiede.  

RENDERE LA BIBLIOTECA UN POLO CULTURALE

La biblioteca comunale, inaugurata nuovamente due anni fa, è rimasta un bel contenitore vuoto. Non nel senso che non vi siano libri, anche se la dotazione è oggettivamente piuttosto scarsa. Ma soprattutto nel senso che è rimasto un contenitore alieno alla città, pochissimo frequentato dai cittadini, pensato più come un deposito di libri che con il fulcro dell’attività culturale della città. Noi invece immaginiamo la biblioteca come uno spazio centrale nella vita della città. Per questo proponiamo di trasformare la biblioteca in polo culturale polivalente e in spazio di aggregazione, aperto tutto il giorno e a disposizione dei giovani e dei cittadini tutti. La biblioteca non deve essere soltanto il luogo in cui prendere un libro, ma deve essere uno spazio in cui ci si possa incontrare, si possa promuovere l’aggregazione sociale, si possano ospitare le iniziative culturali più diverse. La biblioteca deve iniziare ad essere percepita come uno dei poli di aggregazione più importanti della città.

RIPENSARE IL SISTEMA MUSEALE

Troia conta oggi ben tre musei, due privati e uno pubblico. I musei privati, ovvero il Museo del Tesoro e il Museo Ecclesiastico Diocesano, riescono oggi a garantire un ventaglio di aperture limitato ma significativo. Rispetto ad alcuni anni fa c’è stata una vera rivoluzione in questi anni e i risultati si sono visti. L’unico neo resta il Museo Civico, più volte riqualificato, ristrutturato e re-inaugurato negli ultimi nanni ma mai realmente ri-concepito e ri-aperto. Il Museo civico resta un museo di vecchio stampo, rimasto essenzialmente com’era negli anni Settanta. E soprattutto è rimasto sostanzialmente chiuso. Per qualche tempo la sua apertura, parziale, è stata legata ai progetti di rilancio turistico che hanno avuto luogo nell’Ufficio Turistico (prima Daunia Vetus e poi A.c.t! Monti Dauni) ma da tempo la sua gestione è un punto interrogativo. Oggi il suo rilancio può avvenire solo provando a riprogettarlo, rendendolo sostenibile sul piano economico e appetibile sul piano turistico. Bisogna integrarvi altri servizi e ospitarvi eventi affinchè da “problema”, la sua gestione possa invece diventare una “opportunità”.




PARTE VIII - RIFIUTI ZERO


MIGLIORARE LA DIFFERENZIATA

Da oltre quattro anni la nostra città sperimenta un sistema di raccolta difeferenziata e ha raggiunto percentuali significaitive di rifiuto differenziato. La strada imboccata è quella giusta ma ci sono ancora molte cose da migliorare.  Per rendere il servizio pù efficiente e ottenere risultati ancora più brillanti bisogna adempiere ad alcuni obblighi contrattuali a lungo disattesi dalla ditta appaltatrice o solo parzialmente realizzati.

È necessario innanzitutto attivare campagne informative e di sensibilizzazione al fine migliorare la coscienza ambientale dei cittadini, diffondere informazioni sulla corretta gestione dei rifiuti e aumentare la propensione al riciclo/riuso per una minore produzione di rifiuti. Le campagne dovranno prevedere:
a) distribuzione di materiale quale opuscoli, manifesti, prontuario rifiuti on-line;
b) cicli di lezioni presso scuole e istituti e distribuzione di materiale didattico;
c) incontri tematici con associazioni e centri sociali, dibattiti/forum, utilizzo di mass-media, eventi e feste a tema, ecc.

Sul piano orgnaizzativo bisogna ridurre/ottimizzazione il tempo di stazionamento dei rifiuti a terra e migliorare pulizia dei punti di conferimento condominial per evitare i numerosi e spiacevoli episodi che si verificano soprattutto d’estate. Ci impegniamo inoltre a creare punti sacco protetti (visivamente e fisicamente) per i condomini a più alta densità abitativa (ad es. realizzazione di aree circoscritte, delimitate da siepi o aiuole).  Infine intendiamo monitorare e valutare il servizio attraverso la distribuzione di questionari per acquisire il grado di customer-satisfaction e predisposizione di modelli per la segnalazione di eventuali disservizi da parte degli utenti;

RIDURRE A MONTE I RIFIUTI

Aver attivato una raccolta differenziata porta a porta è stata una scelta giusta. Tuttavia differenzialre non basta. Se vogliamo colpire al cuore il problema dei rifiuti dobbiamo aggredirlo a monte, colpendo il fenomeno del consumismo e della produzione incontrollata dei rifiuti. Il problema dei rifiuti va risolto lì, a monte. Per questo noi vogliamo proporre l’adozione di una Strategia Rifiuti Zero che preveda attività e progetti che mirino innanzitutto alla riduzione dei rifiuti. Per farlo dobbiamo intraprendere alcune specifiche azioni:

§  Promuovere e sostenere le attività che commercializzano prodotti sfusi e alla spina (privi, quindi, degli inutili imballaggi inquinanti),
§  Donare set di pannolini lavabili alle giovani coppie con figli, per ridurre l’impatto dei pannolini classici che costituiscono un dei peggiori inquinanti.
§  Utilizzare l'acqua del rubinetto in brocca e riattivare le fontane pubbliche per l’erogazione dell’acqua per evitare l’uso di bottiglie di plastica.
§  Incentivare il compostaggio domestico, a partire dalle campagne, anche per la concimazione di orti sociali e didattici.
§  Sostituire le stoviglie in plastica con stoviglie in mater bi o compostabili
§  Donare ai cittadini di sporte riutilizzabili.

TARIFFAZIONE PUNTUALE

Per sollecitare i cittadini a produrre meno rifiuti e a differenziare bene bisogna incentivarli introducendo dei meccanismi di premialità per chi fa bene il suo dovere di cittadino. Bisogna introdurre sistemi di tariffazione che facciano pagare le utenze sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere. Vogliamo dunque attivare campagne premiali con l'obiettivo di coinvolgere l'utenza a differenziare di più e meglio e incoraggiare gli acquisti più consapevoli. Con un sistema di identificazione utente, pesatura e trasferimento dati (come già sperimentato in passato) potranno realizzarsi iniziative premiali di vario genere, legate al raggiungimento di obiettivi: sconti/agevolazioni sulla Tariffa/TARSU; gadget, targhe, medaglie, diplomi, regali personali (elettrodomestici, viaggi, giochi o attrezzature per strutture socio-culturali, ecc.)


PROMUOVERE IL RIUSO

Vogliamo poi incentivare il riuso, lo scambio e la riparazione dei beni attraverso l’apertura di un centro di riuso e scambio dei beni usati, l’organizzazione di mercatini dell’usato e giornate del baratto e la creazione di un centro per la riparazione degli oggetti usati. Vogliamo inoltre sostenere pratiche come gli “Swap” party, ovvero feste in si possono scambiare oggetti inutili co altri oggetti util. Vogliamo poi migliorare la raccolta differenziata incentivando i comportamenti virtuosi e sostenendo le buone pratiche.






PARTE VIII - L’AGRICOLTURA


RILANCIARE LA BUONA AGRICOLTURA

L’agricoltura si è spesso ridotta, negli ultimi tempi, a pigra e stanca ripetizione delle stesse dinamiche. Una agricoltura sostanzialmente impegnata nella cerealicoltura e, in generale, incapace di trasformare e commercializzare i propri prodotti. D’ora in avanti, con la nuova Politica Agricola Comune, qualcosa inizierà a cambiare, bisognerà diversificare i prodotti e e adeguarsi al “greening”. In questo contesto noi vogliamo promuovere e sostenere chi fa filiera corta e vogliamo valorizzare i prodotti a km zero a partire dai mercati locali e attraverso l’attivazione di gruppi di acquisto solidale. Offriamo inoltre sostegno allo start-up per le imprese di trasformazione dei prodotti agricoli e incentivi per la messa a coltura dei terreni abbandonati e lo sviluppo di orti sociali. Vogliamo promuovere progetti come “L’Orto in condotta” al fine di educare gli studenti ad una alimentazione sostenibile. Vogliamo promuovere la creazione di presidi slow food e organizzare seminari per l’innovazione agricola, per la diversificazione delle colture, per la valorizzazione del biologico. Il rilancio dell’agricoltura non può prescindere dall’innovazione nel rispetto della natura.

RIPOPOLARE LE CAMPAGNE

Il nostro sogno è quello di sostenere il ripopolamento le campagne, tornare a farle vivere, consentire ai giovani di poter cogliere tutte le opportunità che ci offre la terra. Noi siamo convinti che il futuro stia lì: in un ritorno intelligente alla terra, nella valorizzazione dei prodotti di questo straordinario territorio, nel saper coniugare l'agricoltura con l'innovazione tecnologica, nel saper combinare l'agricoltura con le nuove forme di fruizione turistica. Per questo dobbiamo agevolare chi sceglie di tornare a vivere e lavorare in campagna e dobbiamo sostenerlo. Anche per questo, simbolicamente, vogliamo donare un lampione autoalimentato con un pannello fotovoltaico ad ogni campagna nella quale vive una famiglia, come segno di attenzione verso chi fa questa scelta di ritorno alla terra. Inoltre, sempre per valorizzare il ritorno alla terra, voglia dar vita ad un "centro della cultura rurale" per l’autoproduzione e la trasformazione dei beni. Vogliamo infine mettere a disposizione in comodato temporaneo alcuni terreni comunali per avviare nuove imprese agricole. Per far rivivere le campagne ci poniamo alcuni obiettivi fondamentali:

RIQUALIFICARE LA VIABILITÀ RURALE

La strade rurali sono spesso in condizioni pietose ed è necessario riqualificarle se si vuole sostenere sul serio un progetto di ripopolamento delle campagne. Bisogna farlo con la responsabilità del buon padre di famiglia: se le risorse sono limitate si comincia dalle strade in cui c'è gente che ci vive e ci lavora tutto l'anno e si prosegue con le altre. In molti casi, per rendere pià rapide, economiche ed efficaci le procedure di piccole sistemazioni della viabilità, si può immaginare un sistema coordinato di “auto-recupero” della viabilità rurale mettendo semplicemente a disposizione delle aziende agricole le materiale prime utili a piccoli interventi monitorati. Ma le vie rurali non sono soltanto le strade che portano alle aziende agricole, sono molto di più. Sono un patrimonio storico prezioso. I cosiddetti "cammini" come la "Via Francigena", la "Via dell'Angelo" o i "Tratturi regi" della transumanza sono strade che attraversano in pieno le nostre campagne e nei prossimi anni migliaia di turisti verranno qui per fare l'esperienza del "cammino" come a succede a Santiago. Noi dobbiamo riqualificare e segnalare questi cammini per essere pronti cogliere le grandi opportunità di questi "attraversamenti".

SALVARE IL PATRIMONIO EDILIZIO RURALE

Abbiamo masserie, rustici e chiesette rurali in abbandono. Dobbiamo salvarli. Innanzitutto perché, se vogliamo ripopolare le campagne, dobbiamo mettere i giovani nelle condizioni di ripristinare gli immobili rurali esistenti a condizioni vantaggiose. In secondo luogo perché rischiamo di perdere tanti piccoli gioielli che simboleggiano la vita delle comunità rurali: le chiesette di San Paolo, San Lorenzo, Santa Maria di Montaratro, Pozzo Orsogno. Sono piccoli tesori che vanno ripristinati e riqualificati. Esistono risorse regionali per questi interventi, proviamo ad intercettarle. Abbiamo inoltre un’immensa ricchezza fatta di tanti simboli della civiltà rurale: dalle macchine agricole agli arredi di un tempo, dal vestiarlio agli oggetti di uso quotidiano. Questo patrimonio può essere messo a valore dando vita ad un museo diffuso della coiviltà contandina che consenta ai visitatori di vedere direttamente in funzione questi vecchi cimeli nelle masserie dell’agro di troia. Un museo diffuso che consenta ai visitatori di recarsi sul posto, ammirare gli oggetti d’un tempo ma anche acquistare prodotti etc.

PROMUOVERE I PRODOTTI LOCALI

Se vogliamo tornare a far vivere le campagne dobbiamo sostenere chi produce in agricoltura e zootecnia, dobbiamo valorizzare i loro prodotti. Dobbiamo valorizzare soprattutto chi sceglie di fare buona agricoltura, chi sceglie il biologico, chi sceglie di evitare concimi chimici e pesticidi inquinanti, chi sceglie di coltivare piante autoctone preservando la biodiversità. In generale dobbiamo valorizzare chi fa buona agricoltura. Come?

  • Scegliendo di acquistare solo prodotti a Km Zero nelle mense scolastiche e promuovendo la loro distribuzione nei supermercati locali.
  • Dando vita ad un mercato coperto dei prodotti a Km Zero che possa rispondere ai bisogni di un vasto mercato territoriale.
  • Puntando sulla qualità dei prodotti attraverso concorsi, convegni e seminari, come fatto in questi anni, per conquistare importanti nicchie di mercato.
  • Organizzando iniziative di promozione dei prodotti locali in sinergia con il resto del territorio.
  • Sostenendo le imprese che producono attraverso un servizio di informazione sui fondi comunitari, statali e regionali a sostegno delle imprese agricole
  • Sostenendo pratiche di "Green Global Choice" in agricoltura per interessare grandi catene sensibili ai prodotti realizzati con una filiera interamente "green"


RENDERE PIÙ SICURA ED EFFICIENTE LA VITA IN CAMPAGNA

Per agevolare il processo di ripopolamento delle campagne intendiamo fare in modo che la vita nelle campagne sia sicura quanto quella in una città e dobbiamo fare in modo che i servizi funzioni e siano ottimizzati anche nelle campagne. A questo fine intendiamo innanzitutto:

  • Ottimizzare i servizio di raccolta rifiuti nelle campagne, escludendo alcuni giorni di raccolta dove non necessari (in modo da risparmiare risorse pubbliche e consentire un abbassamento della tariffa nelle campagne)
  • Avere una funzione di stimolo e di vicinanza presso le autorità competenti in tema di gestione delle esondazioni dei fiumi e di manutenzione delle strade non di competenza comunale



PARTE IX -  I PIÙ DEBOLI



ESSERE COMUNITÀ

Vogliamo che Troia torni a sentirsi una vera comunità, che sia capace di sostenere chi vive delle situazioni di difficoltà, di dare risposte, di attivare risorse. Perchè la qualità di una comunità si misura da quanto essa è capace e di dare risposte a chi è più in difficoltà. Dobbiamo fare in modo che l’ente comunale e i cittadini tornino a dialogare tra loro, perché l’esercizio dei diritti non può passare esclusivamente attraverso la conoscenza diretta di un assessore o di un funzionario. Bisogna mettere a punto protocolli che individuino chiaramente procedure di accesso e personale di riferimento all’interno dei servizi pubblici per dare risposte rapide alle richieste di aiuto che provengono dalle diverse fasce della popolazione. Bisogna essere comunità anche ritornando ad utilizzare strumenti utili come il Servizio Civile Giovanile, che negli anni ha consentito a tanti giovani di fare esperienze di solidarietà e di contribuire al benessere della comunità.

CARTA DEI SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE

Partiremo dalla redazione di una carta dei servizi del comune, che rappresenta non solo un adempimento legislativo e che consente ai cittadini di orientarsi con facilità all’interno della vasta gamma di servizi sociali comunali, ma contribuisce a rendere più concreti i concetti base di trasparenza, imparzialità e informazione. Essa funge inoltre da accordo scritto che l’Ente stipula con i suoi cittadini, in cui dichiara quali servizi intende erogare, le modalità e gli standard di qualità che vuole garantire e in cui si impegna a rispettare determinati standard qualitativi e quantitativi, monitorando e migliorando il servizio offerto attraverso la partecipazione attiva dei cittadini-utenti.

COOPERARE CON GLI ALTRI ENTI DEL TERRITORIO

Intendiamo altresì fare in modo che l’ente comunale dialoghi con gli altri enti, tenendo conto che l’assetto dell’ambito territoriale ha subito profonde modifiche nell’ultimo periodo e la nostra città è chiamata ad affrontare la sfida di ripensare il suo ruolo non più di guida. Per progettare interventi globali, che mirino all’integrazione socio-sanitaria, non è sufficiente incontrarsi una volta ogni tre anni al momento della programmazione dei servizi sociali o, peggio ancora, quando si manifestano le emergenze. Costruire integrazione significa mettere gli operatori dei diversi servizi nelle condizioni di incontrarsi periodicamente e di parlarsi quotidianamente, con tempi e spazi ben individuati perché i bisogni del territorio sono in costante cambiamento, perché si deve essere in grado di cogliere le opportunità offerte dal mondo della progettazione, quella europea in particolare,  tanto importanti in tempi di ristrettezza economica come quelli odierni. 

COOPERARE CON IL TESSUTO LOCALE

Intendiamo inoltre cooperare con il tessuto associativo e il mondo del volontariato, laico e religioso, della nostra città che nell’ultimo decennio sono stati in costante  fermento ma si sono parlati e si conoscono poco tra loro. Spesso realtà che hanno maturato esperienze serie e hanno rappresentato la vera rete della solidarietà locale, che ha fatto fronte alla carenze e ai vuoti dell’assistenza pubblica, agiscono in modo autonomo e sconnesso, senza il minimo coordinamento con il Comune. Per questo è importante attivare tavoli tematici e sperimentare iniziative altrove consolidate e lavorare sulla prevenzione perché non ci si accorga del disagio solo quando è troppo tardi e qualcosa di imponderabile viene compiuto. perché impedire la cronicità significa avere una società più sana.

DIFENDERE I DIRITTI E LA DIGNITÀ DELLE DONNE

Proponiamo l’attivazione di servizi a difesa dei diritti delle donne: servizi anti-violenza di genere e incentivi per l’imprenditorialità femminile e per l’assunzione di personale femminile. Dobbiamo mettere le donne nelle condizioni di contribuire alla costruzione del futuro di questa città per mezzo di servizi di supporto e counseling, per affrontare meglio il peso della cura familiare (bambini ed anziani) che in buona parte grava su di loro e permettere loro di immergersi nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo dobbiamo impedire che le donne subiscano qualsiasi forma di violenza e di discriminazione, consapevoli che anche il nostro territorio vive questa problematica e che i soprusi vivono nel silenzio delle famiglie, immaginando servizi professionali  ed integrati pronti ad accogliere e ad affrontare situazioni di rischio.

ACCOGLIERE I MIGRANTI

In poco tempo i migranti sono diventati una risorsa importante per questa città. Molti di essi assistono i nostri anziani, lavorano nelle nostre campagne, ci aiutano nelle nostre case. Di contro noi li conosciamo ancora troppo poco, spesso a malapena riusciamo a pronunciare i loro nomi. Sappiamo che spesso vivono l’esperienza dello sfruttamento, del lavoro nero, della vita in case malandate e, nonostante questa consapevolezza, facciamo poco o nulla per aiutarli. Eppure molti di noi e dei nostri cari hanno vissuto l’esperienza della migrazione: sappiamo cosa vuol dire per lor essere lontani da casa in una terra sconosciuta. Insieme a loro vogliamo immaginare un città che sia più accogliente, più pronta a dare ospitalità a chi arriva da lontano, a chi non parla bene l’italiano, a chi non conosce le leggi e le procedure burocratiche, a chi spesso non è cosciente di quali siano i suoi diritti. Vogliamo promuovere l’integrazione e la cultura dell’accoglienza con dei servizi dedicati ai migranti, che sono una risorsa vitale per l’economia e per la rete di solidarietà del nostro territorio. Occorre attivare corsi di lingua italiana, sperimentare un servizio di mediazione culturale,  mettere a calendario progetti ed iniziative che permettano un reale scambio e una vera conoscenza tra le diverse comunità ormai presenti a Troia.

NON LASCIAR SOLI GLI ANZIANI

Di fronte ad una popolazione che invecchia velocemente è necessario progettare misure ed interventi capaci di far fronte al cambiamento. Vogliamo l’attivazione di servizi di assistenza agli anziani, la creazione di un centro d’ascolto e l’organizzazione di reti di solidarietà per la terza età. Dobbiamo ripensare l’assistenza domiciliare, in particolare quella integrata, e fare in modo che essa risponda effettivamente ai bisogni delle famiglie, monitorando la qualità professionale del servizio offerto. Contemporaneamente dobbiamo prevenire l’isolamento e l’istituzionalizzazione, guardando alle persone anziane come ad una risorsa per la società e come i portatori del patrimonio storico e culturale del nostro territorio. Gli anziani vanno coinvolti in attività di rilievo sociale, per esempio attraverso il servizio sociale per gli anziani e l’attivazione di progetti innovativi come quello dei “nonni vigili”, finalizzato all’accompagnamento degli scolari e all’assistenza degli stessi all’entrata e all’uscita delle scuole (tra l’altro liberando il corpo della polizia municipale da un da un compito che gli impedisce di essere impegnato in altri fronti). Occorre permettere loro di rimanere attivi e di salvaguardare le loro competenze residue attraverso la programmazione di attività laboratoriali, la creazione o la migliore regolamentazione di spazi di incontro, il ripristino di esperienze proficue come l’università della terza età.







PARTE X – LA PARTECIPAZIONE


LA POLITICA: UN AFFARE DI TUTTI

Una cosa è certa: la democrazia rappresentativa non funziona più. Il punto è che lo scollamento tra rappresentanti e rappresenti aumenta esponenzialmente e molti indicatori sono lì a provarlo. C'è stata, forse, un'epoca nella quale la democrazia rappresentativa riusciva efficacemente ad interpretare i bisogni della società e a farsene carico. Oggi, però, la rete capillare di partecipazione e intermediazione politica che esisteva un tempo non c’è più. La partecipazione politica si è ridotta ad un fatto effimero, si organizza per le competizioni elettorali e poi scompare. Noi non vogliamo che la politica continui a restare un affare privato di un manipolo di famiglie e dei soliti gruppi di interesse, come è stato in questi anni. Vogliamo che la politica torni ad essere affare di tutti i cittadini e vogliamo mettere tutti i cittadini nelle condizioni di essere informati e di contare. Per questo vogliamo che i consigli comunali siano trasmessi in diretta su internet. Per questo proponiamo di tenere assemblee periodiche dell’amministrazione con la cittadinanza per ascoltare i bisogni e le istanze della gente. Per questo vogliamo organizzare votazioni e referendum on-line su questioni di interesse collettivo.

UN FILO DIRETTO CON IL CITTADINO

Il primo passo per mettere i cittadini nelle condizioni di partecipare alla vita democratica della propria città, ma anche alla vita socio-culturlae della città, è l’informazione. Spesso l’informazione tra Ente Comunale e cittadino si limita alle scarse informazioni del sito web, ad  bollettino distribuito quattro o cinque volte in un anno e ai manifesti che annunciano la convocazione dei consigli comunali. Per il resto gli unici ad essere realmente informati su ciò che succede a Palazzo D’Avalos sono gli addetti ai lavori. Anche nell’accesso alle informazioni inerenti l’attività amministrativa il cittadino incontra notevoli difficoltà, non vi sono uffici che si occupino specificatamente delle relazioni con il pubblico. Noi vogliamo attivare un front desk comunale per le relazioni con i cittadini e un blog dove dialogare direttamente con l'amministrazione e inviare segnalazioni e domande per rendere più efficace ed efficiente la macchina amministrativa.

RAFFORZARE IL BILANCIO PARTECIPATIVO

Nel contesto attuale i cittadini non hanno vere occasioni né strumenti per incidere sulle scelte politiche, per avanzare le proprie istanze, esercitare i propri diritti democratici. La partecipazione politica, in sostanza, si riduce al voto. In questo contesto una frontiera che può tornare a dare un senso alla politica è quella della democrazia partecipativa, pensata come un sistema che metta i cittadini nelle condizioni non solo di scegliere, decidere e riappropriarsi di pezzi di sovranità ma anche di crescere insieme come democrazia, di approfondire, di confrontarsi.

Quel che abbiamo realizzato a Troia è stato uno degli esperimenti più classici della democrazia partecipativa: il Bilancio Partecipativo. È stato progetto ambizioso, durato ben 18 mesi, grazie al quale i cittadini hanno potuto decidere direttamente, attraverso un articolato sistema di assemblee, raccolta proposte  e votazioni, come utilizzare una parte del Bilancio Comunale, ovvero 100.000 €. La Città di Troia è stata la prima città pugliese a praticare il Bilancio Partecipativo ed è stata forse l’unica in Italia a farlo non su spinta di una amministrazione ma su proposta di una vasta schiera di associazioni, movimenti e partiti. Questo gruppo di persone ha provato a trasmettere un messaggio: una democrazia matura non può limitarsi ad interpellare i cittadini soltanto nel momento del voto, una volta ogni cinque anni, ma deve invece interpellare i cittadini costantemente per conoscere quali sono i problemi,  le priorità, le idee e le proposte per una città migliore.

Quel progetto noi intendiamo riprenderlo, migliorarlo e rafforzato perché quella è stata una bellissima avventura che non può fermarsi ad una prima prova. ll Bilancio Partecipativo è stata insomma una grande occasione per ri-dare sovranità direttamente ai cittadini affidando ad essi il potere di decidere. L’iniziativa ha avuto una doppia valenza: da un lato fare in modo che le idee e le proposte concrete dei cittadini potessero diventare realtà. Dall’altro è servita a riportare tutti alla consapevolezza che il governo della cosa pubblica appartiene a ciascun cittadino. È stato un processo innovativo e sperimentale che ha consentito ai cittadini di Troia di confrontarsi sui problemi del paese,  sugli interventi da realizzare e su tante altre “buona pratiche” da introdurre nella vita democratica della comunità.

FARE PROGETTAZIONE PARTECIPATA

Il limite vero della democrazia partecipativa è organizzativo. Fare un Bilancio Partecipativo per scegliere insieme come utilizzare una parte del bilancio di un ente è cosa estremamente complessa e richiede tempo, pazienza, sforzi organizzativi notevoli. Si possono, tuttavia, adottare (o inventare) altri strumenti per consentire ai cittadini, o a determinati segmenti della società, di partecipare con le proprie idee e con le proprie proposte alla definizione delle scelte politiche (consulte, convention tematiche con l’uso di tecniche partecipative, consultazioni on line, forum di progettazione partecipata, etc.). Si possono applicare gli strumenti della democrazia partecipativa all’interno dei meccanismi decisionali da costruire e sperimentare, come i comitati di quartiere. Il cammino fatto finora, comunque, ci insegna che il livello della comunità cittadina è quello ne quale si può agire un cambiamento vero e sostanziale nell’approccio alla questione della democrazia e della partecipazione. È una strada stretta, tortuosa e sicuramente insufficiente, ma è un punto di partenza, un punto di ripartenza. Il tempo della delega, del resto, è finito: oggi è il tempo della partecipazione e delle scelte condivise.

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In questo programma non ci sono promesse. Non vi chiediamo di fidarvi di noi e di darci carta bianca. Vi chiediamo di partecipare con noi alla costruzione di questo cambiamento, di rimboccarvi le maniche, ciascuno secondo le proprie possibilità, e di fidarvi di voi stessi. Il cambiamento non può essere vero, se non è un cambiamento realizzato da tutti.


“Facciamo fiorire la Prima Vera”

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