In centinaia di comuni italiani è possibile seguire il dibattito consiliare in streaming. Ed è un fatto normale e a costo zero.
A Troia, invece, se lo chiede il sindaco o la maggioranza dei consiglieri si può fare. Se lo chiede la minoranza, invece, deve pagare un "dazio"... deve, cioè, pagarsi il diritto ad un dibattito consiliare trasparente: una vera assurdità.
A Troia, invece, se lo chiede il sindaco o la maggioranza dei consiglieri si può fare. Se lo chiede la minoranza, invece, deve pagare un "dazio"... deve, cioè, pagarsi il diritto ad un dibattito consiliare trasparente: una vera assurdità.
Ma la cosa più surreale è stato il dibattito avvenuto in Consiglio su questo tema: "A noi non piace lo streaming -
ha detto in sostanza la maggioranza e un capogruppo di centrodestra -
perché siamo per la partecipazione di persona". Che coraggio! Abbiamo
dedicato anni a promuovere forme di coinvolgimento democratico dei
cittadini, che voi avete prima maltrattato e poi abbandonato e oggi ci
venite a dire che il problema della partecipazione è... lo streaming?!
Allora, chiariamoci: se l'obiettivo è la partecipazione sfondate una
porta aperta. Noi siamo disponibili da domani a lavorarci. E magari ad
evitare le figuracce di sedicenti incontri comunali "Per la
partecipazione dei cittadini", che vanno deserti e sono presto
abbandonati, o di incontri in piazza dell'intera amministrazione davanti
ad un mare di sedie vuote o ancora di "fabbriche della pace" che
restano da un anno lettera morta.
Il punto è che la partecipazione richiede fatica, dialogo con tutti, confronto e collaborazione anche con chi non la pensa come te: l'esatto opposto di quanto continua a fare questa amministrazione.
Però non confondiamo le cose: lo streaming non è lo strumento fondamentale della "partecipazione", è bensi uno strumento che garantisce la "trasparenza" del dibattito politico, che da la possibilità di seguirlo anche a chi non può essere presente in aula consiliare.
Quella possibilità voi l'avete sottoposta ad assurdi e incomprensibili "dazi" selettivi. Noi invece restiamo convinti che un regolamento "normale" sarebbe stata una bella occasione di democrazia per tutti.
Movimento politico "Libertà è Partecipazione"
Il punto è che la partecipazione richiede fatica, dialogo con tutti, confronto e collaborazione anche con chi non la pensa come te: l'esatto opposto di quanto continua a fare questa amministrazione.
Però non confondiamo le cose: lo streaming non è lo strumento fondamentale della "partecipazione", è bensi uno strumento che garantisce la "trasparenza" del dibattito politico, che da la possibilità di seguirlo anche a chi non può essere presente in aula consiliare.
Quella possibilità voi l'avete sottoposta ad assurdi e incomprensibili "dazi" selettivi. Noi invece restiamo convinti che un regolamento "normale" sarebbe stata una bella occasione di democrazia per tutti.
Movimento politico "Libertà è Partecipazione"
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